GIORNALE DE LETTERATI D'ITALIA Tomi 2 - 3 - 4 1710 Gabbriello Erz Libro Antico

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GIORNALE DE LETTERATI D’ITALIA tomo II, III e IV,

In Venezia appresso Gio Gabbriello Ertz 1710.

(XII), 525, (2) + (XII), 535, (2) + (XII),448, (2) pagine, 5 + 1 + 5 tavole (di cui 6 ripiegate). 
copertine coeve in tutta pergamena con titoli manoscritti al dorso e tagli colorati. 
Dimensioni: 9 x 16 cm. 
stato di conservazione: buono (fioriture, antiche firme di appartenenza, mancano le prime due tavole del III volume)


EDIZIONE ORIGINALE del primo periodico letterario italiano pubblicato con intendimenti dichiaratamente patriottici. Da una conversazione avuta con S. Maffei ed A. Vallisnieri, in cui veniva deplorata la scarsità di opere italiane recensite nei giornali d’oltralpe, Apostolo Zeno ebbe l’idea di creare un periodico che rendesse finalmente giustizia all’ingegno e all’inventiva nostrani. Nel febbraio del 1710 nacque così il Giornale de’ letterati d’Italia. Dedicato a Ferdinando III, principe di Toscana, esso uscì quattro volte l’anno fino al 1713, quindi ridusse la sua periodicità a tre numeri annuali. Dopo il 1718 la sua uscita divenne tuttavia irregolare. Il programma prevedeva giudizi chiari e non legati ad interessi di clientele ed amicizie e, soprattutto, interventi originali, non pedisseque imitazioni di autori stranieri. Il periodico ebbe vari collaboratori, tra i quali Pier Caterino Zeno, fratello di Apostolo, per le belle lettere e la storia, Scipione Maffei per le materie legali, Antonio Vallisnieri per le scienze naturali, Giambattista Morgagni per l’anatomia, Ludovico Antonio Muratori per l’erudizione e l’archeologia, Eustachio Manfredi per l’astronomia e Giusto Fontanini. Nel 1718, anno in cui Apostolo Zeno fu chiamato a Vienna in qualità di poeta cesareo, la direzione fu assunta dal fratello, che la mantenne fino al 1732. Apostolo Zeno, veneziano, fu uno dei più attivi letterati italiani del Settecento. Promotore dell’Accademia degli Animosi, compose oratori, azioni sacre, opere storiografiche e, soprattutto, vari drammi per musica, che promossero una radicale riforma del teatro. La sua eredità venne raccolta da Pietro Metastasio, suo successore presso la corte imperiale. Zeno rimase a Vienna dal 1718 al 1729, svolgendo anche le mansioni di storiografo. Negli ultimi anni fece ritorno a Venezia, dedicandosi a studi di erudizione.

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